Dillo con i fiori: le aveva consigliato tredici anni fa la psicologa. Da allora, disegnare calici, corolle e pistilli per Cecilia Battaini, 28 anni, milanese, è diventato il modo più semplice per esprimere le sue emozioni. Oggi, da designer e imprenditrice, ha registrato il suo brand personale e vende i suoi disegni in tutto il mondo. «Soffrivo di depressione, i fiori mi hanno guarita».
Tutti possediamo il nostro giardino interiore.
«Sono timida, per questo lascio parlare i miei fiori. Ho scelto petali e gambi perché, se ci pensiamo, i fiori sono solo in apparenza fragili. È vero, vengono spesso strappati dal vento, ma riescono a sopravvivere nel deserto, tra le rocce. I fiori sono l’espressione del mio percorso, tra momenti di malinconia e attimi di benessere. Chi mi segue da tempo sui social, in particolare su Instagram, non fa fatica a comprendere il mio stato d’animo. Non ci metto mai la faccia, ma qualcuno mi ha scritto che i miei fiori profumano di me e dei posti che ho visitato: Bali, la Giordania, la Malesia, Londra. Sì, perché oltre a disegnare, per riuscire a trovare un po’ di equilibrio, viaggio tanto. Spero di poter riprendere questa abitudine quando il Covid sarà alle spalle. Devo essere sincera: questo periodo mi ha creato problemi fino a un certo punto. Rimasta a casa, ho avuto tempo per dedicarmi tranquillamente al disegno e ai miei fiori. Tanto che ho deciso di farne la mia unica attività professionale con tanto di brand. Ho imparato ad apprezzare il disegno floreale tredici anni fa quando – ne avevo quindici – sono stata ricoverata in ospedale per depressione, ansia e anoressia, con cui convivevo dall’età di 11 anni. La psicologa, che mi seguiva con lo psichiatra, un giorno mi consigliò di provare a esprimere i miei sentimenti con i disegni. I miei genitori mi regalarono matite, pennarelli e tanti manuali di illustrazione botanica. Così i quattro mesi in reparto passarono più in fretta e io riuscii a tirar fuori l’angoscia che mi divorava. Prima di quel momento non avevo mai disegnato. Mio padre era bravo a fare schizzi, ma in famiglia nessuno eccelleva nel disegno. Il primo disegno? Il mio scoiattolo, un peluche che mi portai in ospedale e che, come diceva papà, doveva aiutarmi a scacciare la mia tristezza. Un animaletto magico, insomma, che oggi compare tra i miei fiori, ma che non ama stare al centro delle attenzioni e per questo mi assomiglia tanto».
In realtà, Cecilia adora tutti gli animali. Da piccola sognava di curarne tanti e diventare veterinaria. «Mai avrei immaginato che sarei diventata un’illustratrice, nonostante gli studi come fashion designer e i corsi successivi, dopo la Maturità classica. E tutto grazie alla sofferenza che a volte permette di ridisegnare, è il caso di dirlo, la propria esistenza».
Oggi Cecilia Battaini è un marchio registrato. I suoi disegni sono su borracce, borse, mascherine anti-Covid, tende, calendari, ma possono diventare anche quadri.

Disegno di Cecilia Battaini e Adrian Smith
«Disegno a mano, spesso fiori che ho visto nei miei viaggi, ma anche nelle mie passeggiate a Milano, nei tanti giardini e parchi che la adornano come Villa Necchi. I miei schizzi li scansiono al computer e attraverso Photoshop li combino, creando dei pattern, ossia dei moduli in grado di ripetersi all’infinito, usati per stampare ogni genere di materiale: dai tessuti alla carta da parati, dal packaging ai prodotti di cartoleria. Un file digitale dà la possibilità di stampare su qualunque superficie e su qualunque prodotto. Si chiama proprio surface design questa area dell’arte ed è quella, assieme all’illustrazione, in cui sono specializzata».
Cecilia, che ha studiato disegno per superficie, vende le singole creazioni, lavora anche su commissione o concede in licenza i suoi pattern e le sue illustrazioni ad aziende di tessuti, arredo per la casa, cartolibrerie.
Sul suo sito trovate una selezione dei prodotti realizzati in collaborazione con diversi brand. Una volta selezionato il prodotto, si viene rimandati allo shop del brand, dove è possibile trovare tanti altri oggetti. Fa parte dei suoi piani integrare nel suo shop online i prodotti che realizza a mano, ossia le stampe da incorniciare e i calendari, che al momento sono disponibili su richiesta.
Scrivendole per email oppure su Instagram o Facebook, è sempre entusiasta di accontentare le richieste dei suoi fan, anche se si tratta di creazioni personalizzate. Cecilia spedisce i suoi lavori in tutta Italia, ma per chi vive a Milano può capitare la sorpresa di vedersi consegnare l’ordine proprio da lei.
Ci sono artisti a cui ti ispiri? «In quanto appassionata d’arte, scegliere solo un artista come ispirazione non è un’impresa facile. Per quanto tutti i fiori che io disegni provengano da una delle tante foto che scatto quando viaggio, spesso, al momento di abbinarli tra loro per colori e forme, entra in gioco tutto quello che ho visto e assimilato tra i miei studi e le visite a mostre, luoghi d’arte. Van Gogh e i suoi fiori dai colori accesi, i Preraffaelliti e i loro fiori carichi di significato e talmente realistici da sembrare veri, sono alcuni tra gli esempi che spesso mi tornano in mente. Ma devo ammettere che l’influenza maggiore al momento è quella esercitata da Marianne North e da tutti gli altri artisti che nella seconda metà del Novecento – ma anche prima e dopo – giravano il mondo alla ricerca di località remote per realizzare illustrazioni botaniche, accurate dal punto di vista scientifico, delle nuove specie scoperte. Poiché amo viaggiare in molti Paesi per scoprirne la flora, poterla raffigurare nei miei disegni e creare tante collezioni, provo una forte attrazione per questo gruppo di artisti e illustratori. In ogni caso, i miei disegni sono espressione del mio giardino interiore: emozioni e desideri, per anni assenti. Quando disegno ho in testa un giardino rigoglioso, affollato da un’immensa varietà di fiori. Dunque, coloratissimo. Tutti possediamo il nostro giardino interiore. Per questo, a chi mi segue, ripeto sempre: “Cresci, coltiva i tuoi fiori”. È la lezione più importante che ho appreso dopo essere guarita da una malattia, la depressione, che rappresenta l’assenza, il vuoto di desideri e sentimenti. Quando mi sono resa conto che dentro di me poteva sbocciare ancora qualcosa, mi sono aggrappata a questa speranza con tutte le mie forze. Tornare a commuovermi, sorridere, sognare mi ha regalato leggerezza e libertà. Pian piano, dentro di me è sbocciato prima un fiore, poi un giardino. Probabilmente è il mio tesoro più prezioso ed è quello che con impegno può estendersi al di là di ciascuno di noi, nel luogo in cui ci sentiamo più a nostro agio, quello che chiamiamo casa. Forse è per questo che mi piace lavorare soprattutto con i prodotti che richiamano questo luogo di benessere: strofinacci, tovagliette, asciugamani, quadri e stampe incorniciate».
Il mio sogno? Riuscire a vivere della mia passione.
E magari collaborare con marchi importanti come Liberty.
Il fiore per augurarci un buon anno? «Io che con i miei fiori parlo – nel senso che mentre dipingo non penso ad altro, libero la mente, tiro fuori tutto quello che con le parole stenta ad uscire – dico: Lasciate perdere il linguaggio stereotipato e regalatevi il fiore su cui sentite fluire liberamente le vostre emozioni. Che sia una rosa gialla, un gelsomino, una calendula, persino un crisantemo, un asfodelo, non fa differenza. L’importante è che sia il vostro fiore».

Photo: Giulia Reggiani
1 commento
Meravigliosi i disegni di Cecilia che esprimono vitalità, colore e arricchiscono l’anima di emozioni positive. Complimenti a Cecilia, con l’augurio che i suoi fiori continuino a regalarle tante emozioni e a Cinzia per averci portato una tale esperienza che è sicuramente un inno alla vita.