Grazie a un profilo Instagram da 54mila follower, Elisa è arrivata ai lettori di Vogue Australia. «Una community non si accontenta di vedere solo i tuoi lavori, vuole qualcosa di più, vuole conoscerti, conoscere la tua quotidianità, la tua storia. Altrimenti tutto risulta freddo e non c’è molta differenza con una rivista. Ma aprire un blog o un profilo non significa diventare in automatico un influencer».
Alla base di questa storia ci sono tanta forza di volontà, studio e passione. È il 2011 quando Elisa Monico si laurea al Politecnico di Milano in Ingegneria, ottenendo l’anno successivo l’abilitazione professionale per la sezione di Ingegneria Industriale.
La passione per la progettazione, l’interior design e l’architettura, però, la portano a fondare un blog, a diventare influencer e a strutturare quella che poi sarebbe diventata la sua impresa personale.
Con Easy Relooking, questo il nome del blog, parte la sua avventura digitale. Si ricorda come ha cominciato?
Sì, lo ricordo bene. Era il 2015 e un giorno decisi di creare il mio blog, di avere un’attività tutta mia dove coltivare la mia passione per l’interior design e l’architettura. All’epoca lavoravo come ingegnere per alcune aziende ma non era il lavoro della mia vita. Cominciai a pensare di far vedere i miei progetti, ma per farlo avevo bisogno di 3D e rendering. Per questo mi feci aiutare da mio marito, all’epoca il mio fidanzato. Facevamo tutto nel tempo che rimaneva dopo il lavoro, la sera tardi… All’inizio è stata una grande fatica, ma oggi posso dirmi molto soddisfatta.
Quando ha cominciato a vedere i primi risultati dal punto di vista professionale?
I risultati non si vedono subito. Aprire un blog o un profilo non significa diventare in automatico un influencer o ottenere subito lavori. Non funziona così. Nel primo anno dall’apertura dell’attività sono riuscita a ottenere i primi lavori di interior. Ci sono però voluti anni per sviluppare anche il profilo Instagram. All’inizio in pochi avevano capito davvero la potenzialità di Instagram e c’è voluto tempo perché il mio profilo crescesse. Per questo e per dare sempre maggiore qualità ai miei clienti e pubblico ho studiato tanto, sia per quanto riguarda la qualità dei contenuti come rendering e 3D, ma anche le stories o lo stesso blog. Ho fatto tante modifiche, ho capito bene come strutturarlo, ho cercato di migliorarlo e di renderlo performante. Nulla che si faccia in pochi giorni insomma.
Da quel 2015, però, è passato molto tempo e molte cose sono cambiate. Oggi è diventata un’imprenditrice, il suo profilo Instagram conta oltre 54mila followers, ha diverse collaborazioni con aziende… Quando ha capito che fare personal branding l’avrebbe aiutata a far crescere anche il suo lavoro?
La vera svolta, devo dire, non è arrivata solo con Instagram ma con l’iscrizione a Houzz, una piattaforma all’epoca meno conosciuta in Italia. Qui ho cominciato a pubblicare i miei lavori, i miei progetti e oggi sono nella top 3 dei risultati di ricerca su Milano e provincia, nella sezione Interior Designer. Instagram è arrivato dopo, ma ho capito subito che il personal branding mi avrebbe aiutata ad entrare in empatia con le persone, a farmi conoscere meglio, non solo attraverso i miei lavori. Una community non si accontenta di vedere solo i tuoi lavori, vuole qualcosa di più, vuole conoscerti, conoscere la tua quotidianità, la tua storia. Altrimenti il profilo risulta freddo e non c’è molta differenza con una rivista.
Qual è l’aspetto più importante del suo rapporto con i suoi followers?
La sincerità. Non sono una persona che pianifica in modo maniacale i contenuti. Gestisco personalmente il mio profilo e non delegherei mai ad altri la sua gestione. Se un weekend sono al mare con la mia famiglia lo racconto davvero. Non c’è nulla di costruito, di finto. È anche questo forse che mi ha permesso di crescere così tanto.
Ha mai pensato di rivolgersi ad un’agenzia o a un ufficio stampa per curare appunto il suo brand?
Al momento non sono così strutturata da poterlo fare. Oggi semplicemente grazie al mio lavoro, al blog e alla mia presenza sui social, lavoro moltissimo. Mi occupo di ristrutturazioni parziali e complete, di rinnovamento degli spazi, di arredo di interni e faccio tutto da sola con alcune collaboratrici a supporto per alcune tipologie di elaborati più tecnici. Se comunicassi ancora di più e ricevessi ancora più richieste e contatti, non riuscirei al momento a seguire tutti i clienti con la giusta attenzione.
Ha parlato di contenuti autentici e spontanei, ma c’è un minimo di preparazione dietro un suo post o una storia?
Quando ho cominciato l’ho fatto in maniera del tutto inconsapevole, con la sola idea di raccontare me stessa e il mio lavoro. Nel tempo poi tutto ha preso una piega diversa, più professionale e più curata. Ho imparato a raccontare attraverso le storie. Ho fatto tante prove, non è stato subito semplice ma non mi sono mai fermata. Ho realizzato il mio sogno e questo è stato sempre l’obiettivo che mi ha fatto superare ogni ostacolo. Il 90% dei miei clienti mi conosce attraverso Instagram e devo dire che è una bellissima soddisfazione.
[VOGUE AUSTRALIA ] The Italian interior designers to follow on Instagram
Che consiglio darebbe a chi sta cercando la sua strada anche attraverso il personal branding e i social network?
Quello che posso dire è che non bisogna mai smettere di credere nei propri sogni. Bisogna studiare, approfondire, informarsi e non aver paura di cambiare vita o lavoro se quello che facciamo non ci soddisfa a pieno. Bisogna lanciarsi, io ad esempio ho sempre creduto in me stessa e nelle mie capacità. Ciò che conta, però, è che non bisogna mai buttarsi in qualcosa che non si sa fare. Occorre conoscere quello che si fa, avere delle basi, delle competenze. Questo è fondamentale. Ma se sentiamo che la direzione non è quella giusta, non bisogna aver paura perché può anche essere cambiata. In meglio.