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Massimiliano Cavallo: «Trasformo la paura di parlare in pubblico in adrenalina»

di Virginia Grozio
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Dalla paura di parlare davanti a una platea, al diventare un formatore di public speaking. Per divulgare il suo metodo e aiutare le persone a superare il terrore di affrontare uno speech in pubblico, Massimiliano Cavallo sta lavorando alla stesura del terzo libro. «Per trovare il proprio stile, consiglio di studiare i discorsi più famosi: ma senza imitare!»

Il public speaking e il personal branding sono molto collegati. Per distinguersi ed emergere come esperti di un settore, è importante mostrare il proprio volto.

Ha costruito la sua carriera partendo dal desiderio di affrontare il timore di tenere un discorso in pubblico. Durante l’attività politica nella giovanile di un partito, a 16 anni, spesso si sentiva timido e bloccato nell’intervenire durante gli incontri. Per dire addio a questi timori Massimiliano Cavallo ha iniziato a formarsi, appassionandosi alla materia tanto da trasformarla nella sua professione.

Dopo l’esperienza sul campo, la svolta è arrivata con l’ideazione di un suo metodo destinato a superare il terrore di parlare in pubblico e migliorarsi durante gli speech. Tra politici, imprenditori, liberi professionisti, dirigenti d’azienda e sindacali, sono più di duemila le persone che ha formato. A tutto questo si aggiungono la sua attività sui social, tra Instagram, YouTube e Facebook, e la pubblicazione di due libri.

Come hai trasformato la passione per il public speaking nella tua professione?

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Mi sono trasferito a Roma per seguire un Master in Comunicazione Politica. Durante questa esperienza ho avuto la fortuna di entrare nell’azienda che organizzava il percorso formativo, venendo a contatto con molti politici. Mi sono così sempre più interessato al mondo del public speaking, testando sul campo e dando vita a consulenze e corsi. Tutto questo mi ha portato nel 2004 a finalizzare il mio metodo Public Speaking Top e incrementare la mia presenza online.

In cosa consiste il metodo Public Speaking Top?

Si tratta di un vero e proprio percorso. Con l’iscrizione si accede subito a un corso teorico, in modo da dedicarsi in aula solo alla parte pratica consistente in due giorni in cui vengono fatte esercitazioni che sono piuttosto stressanti. Come un fisioterapista fa manovre dolorose al momento, di seguito il malessere scompare. Stresso i corsisti per permettergli di superare la paura di parlare in pubblico, relegandola a un fantasma che non esiste. Il cambiamento si attua grazie ad azioni pratiche per avere risultati sul lungo termine: dopo queste giornate, incontro i corsisti per fare il punto sui loro miglioramenti.

Cosa ne pensi del personal branding applicato al public speaking?

Il public speaking e il personal branding sono molto collegati. Per distinguersi ed emergere come esperti di un settore, è importante mostrare il proprio volto. In qualsiasi lavoro nel quale devono emergere la propria personalità e professionalità sono immancabili le occasioni in cui è necessario parlare in pubblico o davanti a una telecamera, soprattutto oggi con i social.

Capita che quando si tengano discorsi non si riesca tuttavia a catturare l’attenzione e per questo è imprescindibile apprendere le migliori tecniche per avere una comunicazione efficace, capace di tenere alta l’attenzione.

Qual è il tuo metodo per gestire i profili social?

Mi appoggio a un’agenzia per la parte delle campagne online e le esigenze più tecniche, ma mi occupo personalmente del canale YouTube, Instagram, il gruppo Facebook e il mio podcast. Mi piace avere il contatto diretto con le persone e per questo apprezzo molto le live.

Qual è il tuo approccio di fronte a una telecamera?

Cerco sempre di essere naturale, senza inseguire la perfezione, mostrando come sono nella vita quotidiana. Quando si parla in pubblico è importante esporre i contenuti in una forma buona, evitando errori, ma è altrettanto importante essere spontanei, non costruiti per evitare di essere robot.

Paura di parlare in pubblico come superarla?

L’errore principale è l’evitamento (strategia comportamentale che consiste nell’evitare tutte le situazioni che creano stati d’animo negativi e malessere, ndr), in quanto questo non fa altro che potenziare l’ansia comunicando al cervello che non si è all’altezza e facendo crescere la paura. Per sbloccarsi si può cominciare a prendere la parola in situazioni a basso rischio. Inoltre bisogna capire che la paura può essere utile come meccanismo di salvataggio, alzando i livelli di concentrazione al massimo: è l’adrenalina che permette di ottenere grandi risultati. Il problema è se questa ansia supera una certa soglia. Altra cosa su cui si può lavorare è guardare le persone negli occhi, avere una postura aperta, alzare il volume della voce per far percepire a se stessi e agli altri la sicurezza in se stessi.

Che consigli daresti a un giovane che vuole intraprendere la tua stessa strada?

Studiare i discorsi più famosi, vedere cosa funziona, ma senza imitare. È fondamentale infatti trovare il proprio stile. Chi desidera fare il formatore in questo ambito, oltre gli studi in comunicazione, è necessario che entri a contatto con le persone e che testi in concreto tecniche e strategie.

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Che benefici hai ricavato a livello di personal branding dalla pubblicazione dei tuoi libri?

Consiglio sicuramente la pubblicazione di un volume per costruire il proprio personal brand, in quanto aumenta l’autorevolezza e la professionalità. Ho scritto nel 2016 “Parlare in pubblico senza paura” che mi ha permesso di incrementare la mia attività, coinvolgendo nei miei percorsi professionisti come Luca Ward e Massimo Lopez. Spesso chi si iscrive ai miei corsi, prima lo ha letto e trovando utili i consigli al suo interno è stato spinto a seguire la formazione. Due anni fa ho pubblicato il mio secondo volume, intitolato “Sono solo parole”, dedicato a un’analisi su discorsi famosi. Attualmente sto lavorando alla stesura di un terzo libro.

 

Virginia Grozio

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